LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Redazione LaRecherche.it
|
||||||||||
* quanto era bello il mare azzurro d’estate il vento fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire come se si fossero pentite della loro felicità * dalla finestra sentiva il rumore del vento la vita nel ventre pulsava i rami sul vetro come unghie appuntite laceravano la luce convocavano Dio per vedere la carne quando è sola * non aveva vissuto abbastanza? ora basta voleva morire nessuno dovrebbe attendere tanto la morte nessuno dovrebbe contare i minuti fra fitte più fonde che strappano alla vita decente che differenza c’era fra lui e il letto se non che lui sentiva il dolore? * diceva che la vita era bella se presa a piccole dosi ogni giorno una piccola fiammella che stai lì a soffiare può darsi che nemmeno Dio si accorga che sei viva e ti risparmi la morte * sui rami spezzati come dita senza unghie mi ero messa senz'armi il vento malato staccava foglie dal tronco scorticava la ferita mi ero messa in quel preciso punto in quell'accanimento con le parole in bocca senza saperne il senso * aveva una gamba che non ubbidiva più una gamba malata, non lei, la gamba sicché la sua anima era un’maratoneta la sua anima scorrazzava ovunque questo era il suo dolore, che l’anima era finita per zoppicare anche a furia di trascinarsi il corpo come un peso morto [ Tratte dal libro La carne quando è sola (Self Editrice, Firenze, 2011) ] |
|